Prima serata di presentazione. Sogni d’Oceano

Buonasera,

Molti di voi già mi conoscono: sono un giovane velista che sogna la Mini Transat da un po’ di tempo.

Voglio raccontarvi come questo sogno è entrato a far parte di me e come da sogno impossibile piano piano sta un progetto concreto.

La prima volta che sentii parlare di questa manifestazione ero un bambino, era il 2009 quado Luca del Zozzo venne a Cervia a parlare della sua Mini Transat. A quel tempo ero un giovane optimista; rimasi terribilmente affascinato dal suo racconto, da come un uomo da solo potesse gestire una barca così complessa e per di più attraversare l’Oceano. Io ero piccolo ed ero abituato al mio piccolo barchino con cui facevo il giro tra le boe. L’ unica cosa in comune era il fatto che entrambi eravamo soli a bordo della nostra barca.

Tuttavia quello dei navigatori oceanici per me era un mondo lontano, mi mancavano mezzi, conoscenze, competenze. Una montagna insormontabile, anzi un oceano da attraversare. Cominciava il sogno però.

Poco tempo dopo un ragazzo poco più grande di me e non molto lontano dal mio circolo iniziava la sua avventura con una barca che oggi mi è particolarmente familiare: Fontanot 342. Michele Zambelli stava preparando la sua prima Transat, si apprestava ad attraversare l’oceano a 23 anni.

Circa gli stessi anni Matteo Rusticali, con tanta passione e poca finanza iniziava la sua avventura con Spot.  Queste due figure mi hanno ispirato, mi hanno fatto capire che un mondo che sembrava così lontano in realtà era sotto i miei occhi. Ancora però mancava tutto: mancavano competenze, conoscenze, mezzi. Mancava una barca. Dove trovare una barca? O meglio: chi sarebbe così folle da darmi la sua barca, o i soldi non avendo ancora dimostrato nulla? Si d’accordo tanta esperienza sulle derive e anche qualche risultato, ma in altura?

Il sogno era vicino, era sotto i miei occhi: un ragazzo della mia età e un ragazzo che aveva solo spot e la sua infinita passione ci stavano riuscendo. Allo stesso tempo però non sapevo da che parte cominciare per rimediare un mezzo. Ho passato diverse notti su annunci di mini alla ricerca di uno che fosse alla mia portata, alla portata di un giovane che iniziava a fare l’istruttore di vela.. Nessuno..

L’opportunità mi si è presentata grazie a Michele Zambelli: la RiMini 2016. Michele aveva organizzato una regata per questa classe in Adriatico, a Rimini.

Non appena ne sono venuto a conoscenza ho preso il telefono: “Matte secondo te se io ed Alessio (un mio grande amico) facciamo la RiMini andiamo a farci del male?”

L’esperienza mia in altura era una crociera due anni prima in Croazia, quella di Alessio una Ravenna San Giovani in Pelago a bordo del Penelope con Marco Rusticali.

Così io e Alessio noleggiammo un Mini e spendendo tutti i nostri risparmi l’abbiamo portato a Rimini per partecipare a questa regata. Non mi sembrava vero.

La classe in Tirreno è presente ed organizza varie manifestazioni, in Adriatico fino ad un paio di anni fa non esisteva nulla, ad eccezione di qualche caso isolato sulle orme di Simone Bianchetti. Era davvero difficile per un ragazzo che viene dalle derive affacciarsi a questo mondo.

In questa occasione, a questo evento conobbi diversi armatori, tra cui Lorenzo Gervaso.

Ogni volta che vedo 342 mi viene in mente un episodio: io e Alessio passeggiavamo lungo il pontile ad osservare le altre barche, fantasticando ed immaginandocene una tutta nostra. Quando passammo davanti a 342 c’era a bordo Lorenzo che aveva mille lavori da fare prima di partire e stava impazzendo sotto il sole caldo di mezzogiorno. Passandogli davanti ci disse scherzosamente: “E’ in vendita. La volete?”. Io tirai fuori il portafoglio, lo aprii, 20€, tutto quello che mi rimaneva. Li presi e li feci vedere a Lorenzo. Lui mi guardò e con un sorriso mi disse: “Ti fa onore, sei disposto a dare tutto quello che hai per ciò che desideri”.

Quella regata Lorenzo non la fece poiché si infortunò uscendo dal porto.

Io e Alessio invece non solo ci facemmo del male, ma portammo a termine la regata e andò pure bene.

Qualche mese dopo, grazie anche alle pressioni di Manuel, uno dei ragazzi del Polo mini di Ravenna, ricevetti una telefonata da un numero sconosciuto: era Lorenzo. Mi telefonò e mi offrì di prendere in gestione 342, di usarla per inseguire i miei progetti perché lui purtroppo non avrebbe avuto tempo per utilizzarla a causa dell’infortunio e della lontananza.

Poco più di un anno fa iniziò così la mia avventura con 342, e dopo un primo anno di regate in Italia e un 50% di qualifica completata il mio sogno è divento un progetto concreto, che sto portando avanti grazie a tante persone che si sono appassionate e che mi stanno dando una mano nella ricerca degli sponsor, della preparazione della barca, nella mia preparazione e soprattutto nella gestione delle finanze, che essendo così scarne poter giovare dell’esperienza di chi è già passato rende tutto più facile.

Questo 2018, un anno di transizione sarà davvero intenso. L’obiettivo è racimolare l’80% del budget e completare la qualifica. La barca ha bisogno di tanta manutenzione per arrivare in forma per le regate, sto facendo un po’ di lavori di ottimizzazione, ma il budget così tirato mi permette poca roba. Fondamentali in questa fase saranno gli allenamenti e le regate di avvicinamento alla Transat: in programma abbiamo 2 solitarie, una da 200 miglia e una da 500 e due regate in doppio, di cui uno il Trofeo Bianchetti a Cervia, in più la qualifica di oltre 1000 miglia da Marsiglia a Ravenna in solitaria senza scalo. A fine anno saremo al Barcolana.

PER ESSERE SOLITARI NON SI PUO’ ESSERE SOLI

3 commenti
  1. Tu Vinh
    Tu Vinh dice:

    Well done! Keep going. A quote from Steve Jobs as encouragement: Stay hungry. Stay foolish.
    Never be satisfied, and always push yourself. Dare to do the things people say cannot be done.
    You only live once, so make it count and go after what you want no matter what.
    We will be there to support you.

    Rispondi

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